Comunicato stampa  Ordine dei Chimici Trentino Alto Adige 3-3-2014

Serata La chimica della PACE

Le armi chimiche dalla cultura alla cronaca.

 

Nella conferenza del professor Trifirò il 1-3-2014 al MUSE-Trento si è approfondito con più di cento partecipanti, di cui circa un terzo chimici, l’argomento di drammatica attualità delle armi chimiche siriane, scoprendo aspetti inquietanti ed aspetti rassicuranti dell’uso e destino della chimica come arma.

Le sostanze molto tossiche che si disperdono facilmente nell’ambiente, sono facili da trasportare, non deteriorano e possono esser usate come arma chimica. La storia delle Armi chimiche è lunga ed anche gli italiani nel 1963 ne fecero largo uso in Etiopia. Nella seconda guerra mondiale in Europa non furono usate ma quasi tutti ne erano dotati, al termine delle ostilità furono affossate nel mar Mediterraneo ove ancor oggi giacciono.

Dal 1993 l’umanità e quasi tutti gli eserciti presero atto delle ripercussioni di queste armi sulle popolazioni civili e sull’ambiente, presero atto che qualsiasi vincitore di qualsiasi conflitto si sarebbe trovato una conquista contaminata difficilmente utilizzabile. Ci sono ancora delle discussioni in atto su alcune sostanze in uso come il “fosforo bianco” e i gas “al peperoncino” usati anche di recente da eserciti o corpi di polizia che dal punto di vista scientifico dovrebbero  esser considerati nella lista delle armi chimiche e attivato il processo per la messa al bando, ma ci sono resistenze politiche affinché questo avvenga.Immagini personali 013

Molte molecole che hanno salvato milioni di vite umane debellando malattie o parassiti, altre molecole sono state usate impropriamente per uccidere i nemici o i dissidenti, ma mai come in questa epoca la chimica dimostra di avere un linguaggio internazionale. Dopo lo smantellamento degli impianti e degli arsenali chimici, il lavoro principale dell’OPCW è quello di prevedere possibili distorti usi futuri dell’avanzamento scientifico. Interazione con nanomateriali o con tossine di origine biologica, i nano reattori e quanto di più ingegnoso l’uomo sa creare potrebbe esse utilizzato per ammazzare i propri simili e per questo OPCW deve continuamente aggiornarsi e conoscere per prevenire e evitare questi usi distorti.

Le riviste scientifiche applicano da tempo un codice etico rifiutandosi di pubblicare articoli inerenti la sintesi delle armi chimiche, diffondendo invece articoli sulla prevenzione e protezione da queste.

Le convenzioni internazionali che hanno per oggetto la chimica, sono quelle che nel panorama mondiale hanno ottenuto i maggiori successi: gas ozonolesivi, POP, la convenzione di Rotterdam, GHS, REACH, CLP. Mentre l’unico evidente fallimento è il protocollo di Kyoto sul biossido di carbonio. Ma proprio il fallimento mette in evidenza la necessità di affiancare al progresso scientifico tecnologico anche un cambiamento degli stili di vita. La convenzione per la messa al bando delle armi chimiche è stata sottoscritta dalla quasi totalità dei Paesi al mondo, mancano ancora Israele, Egitto, Myanmar, Sudan del Sud, Corea del Nord ed Angola. La Siria ha aderito soltanto alla fine del 2013 permettendo da subito il processo di distruzione degli impianti di produzione e concedendo  allo smantellamento del proprio arsenale in essere.

Le armi chimiche sono quelle dagli effetti più odiosi insieme alle mine anti-uomo, pertanto disinnescare tutte le armi chimiche in Siria è significato porre le basi minime per disinnescare la guerra e provare difficoltosamente a costruire la pace. Questa è una delle motivazioni per cui è stato conferito il premio Nobel per la Pace 2013 all’OPCW che ha fatto grosse pressioni alla Siria ottenendo la sua adesione.

La convenzione del 1993 impone che ogni Paese aderente distrugga opportunamente le proprie armi chimiche accettando rigorosi vincoli e controlli senza preavviso sul corretto smaltimento dei frutti delle decomposizioni a tutela degli uomini e dell’ambiente. Nel caso particolare della Siria l’OPCW ha lanciato una “colletta internazionale” alla quale hanno risposto molti Stati per concorrere a disinnescare una bomba di portata globale. Il Canada, la Danimarca, la Norvegia, gli USA hanno dato il loro contributo come tanti altri Stati per disinnescare le armi chimiche siriane pur non avendo imminente e vicino rischio di contaminazione. L’Italia ha messo a disposizione un proto per il trasbordo dei carichi.

L’OPCW da piene garanzie sul trattamento delle armi siriane, trattate in acque internazionali e con fondi e strutture internazionali per evitare effetti globali sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista socio-politico-militare. Ma il mondo scientifico tratta queste molecole con timore reverenziale e non con superficialità quindi l’OPCW ha messo in atto molteplici misure di contenimento del rischio e di prevenzione anche degli accadimenti accidentali.

Proprio nell’abbondanza di prudenza sta il motivo dei ritardi nella distruzione, la prudenza e l’allerta è ai massimi livelli anche grazie alla giusta attenzione mediatica. Interessante invece apprendere come centinaia di tonnellate di armi chimiche innescate, incustodite, deteriorate, incontrollate e pericolosissime, giacenti sul fondo dei porti del Mediterraneo non facciano nessuna notizia mentre 560 tonnellate di sostanze molto tossiche trattate con la massima cura siano all’attenzione dei media internazionali. Occhi puntati, dunque sul Mediterraneo affinché i tecnici dell’OPCW tra cui chimici, ingegneri e biologi possano compiere fino in fondo il loro mandato ma anche a quel fardello che la seconda guerra mondiale ci ha lasciato ed ancora non abbiamo avuto il coraggio di affrontare.

ATTI DELL’INCONTRO: Confernza chimici Trento

Fabrizio Demattè

consigliere Ordine Chimici TAA

Demattè Fabrizio

About Fabrizio Demattè

Consigliere dell'Ordine Trentino Alto Adige dal 2009, referente per la formazione ECM, già referente per il GdL REACH/CLP. https://www.chimicodematte.net/