Quanto costa l’incontrollato uso di determinate sostanze dagli effetti noti?

23 Luglio 2014 | 0 commento | in Notizie | di Demattè Fabrizio
See the full read

Quali sono i costi della salute nella UE – Quanto è relativo alle sostanze che sono interferenti endocrini ?

Bruxelles, 18 giu 2014 (fonte http://www.env-health.org/news/latest-news/article/health-costs-in-the-eu-how-much-is) Health and Environment Alliance (HEAL) consorzio di 65 organizzazioni non governative europee.

 

L’ esposizione ad alimenti e prodotti elettronici, cosmetici e di plastica di uso quotidiano di contenenti interferenti endocrini (IE) può costare fino a € 31000000000 ogni anno nell’UE, secondo un rapporto lanciato oggi dal HEAL. 

I  tassi delle malattie ormono-correlate possono essere causa di esposizione a ormoni chimici presenti nei cibi, bevande e prodotti di uso quotidiano.
Un nuovo studio rivela che se una piccola porzione di tumori ormono-correlati, diabete e obesità, e la sterilità potrebbero essere evitati riducendo l’esposizione a sostanze chimiche che danneggiano gli ormoni. La conseguenza potrebbe essere quindi che miliardi di euro in costi  sanitari di queste malattie essere risparmiati.
Un cambiamento nella politica chimica europea potrebbe massicciamente ridurre i costi associati a casi di malattie e condizioni ormonali. UE dovrebbe agire ora.

Il calcolo del rapporto si basa su un elenco di malattie e condizioni che gli scienziati esperti coinvolti nella ricerca EDC sono identificati come “endocrino-correlate”.

Si tratta di :
Problemi riproduttivi e di fertilità, a basso numero di spermatozoi
Anomalie del pene e dei testicoli nei neonati
Il cancro della mammella, prostata, testicoli
Disturbi comportamentali dei bambini, come l’autismo e disturbi da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
Obesità e diabete.

Si allega il documento in inglese

COSTI INTERFERENTI ENDROCRINI 18062014_final_health_costs_in_the_european_union_how_much_is_realted_to_edcs

Ricerca chimico direttore stabilimento Puglia

19 Luglio 2014 | 0 commento | in Notizie | Opportunità | di Demattè Fabrizio
See the full read

un’azienda situata in PUGLIA
sta cercando un chimico per seguente posizione d’impiego:

Località: REGIONE PUGLIA
Specifica: Chimico, Chimico Industriale
Età: 25 -45 anni
Posizione: direttore produzione
Tipo assunzione/contratto: NON PERVENUTA
Tipologia produzione: Fermentatori industriali
Prodotto: NON DICHIARATO
Esperienza nel settore: è richiesta esperienza nel settore della
fermentazione industriale

si chiede al CNC di divulgare la notizia presso gli ordini territoriali

i candidati possono mandare il curriculum alla mia email
nicola.buratti@chimici.it

Il batterio che produce idrogeno

11 Luglio 2014 | 0 commento | in Notizie | di Demattè Fabrizio
See the full read

Fonte: http://www.chimici.info/il-batterio-che-produce-idrogeno-dalla-fermentazione-degli-scarti-organici_news_x_23909.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter_chimici_25_03_07_2014

 

Il batterio che produce idrogeno dalla fermentazione degli scarti organici

Una ricerca Cnr ha sviluppato un nuovo processo biochimico che consente di convertire la CO2 in energia pulita sfruttando la ‘Thermotoga neapolitana’

Di Redazione  Pubblicato sul Canale CHIMICA  il 03 luglio 2014
Il batterio che produce idrogeno dalla fermentazione degli scarti organici

Un team dell’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr diPozzuoli ha sviluppato e brevettato un nuovo processo per laconversione di CO2 in acido lattico durante la produzione biologica di idrogeno, attraverso la fermentazione batterica di scarti organici.

Il processo per la produzione di biogas è chiamato Clf,Capnophilic Lactic Fermentation, e si avvale di un batterio estremofilo, cioè che vive e prolifera in condizioni ambientali estreme, la Thermotoga neapolitana, che cresce a 80 gradi nelle solfatare marine a largo del litorale Flegreo. “Le cellule della Thermotoga si comportano da micro reattori in grado di produrre idrogeno da fermentazione di substrati organici, inclusi materiale di scarto dell’industria agro-alimentare, permettendone una trasformazione in energia pulita”, spiega Angelo Fontana, coordinatore del team che ha realizzato la ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su ‘International Journal of Hydrogen Energy‘ e sono in corso di pubblicazione su‘ChemSunChem’.

Questo nuovo processo offre contemporaneamente tre vantaggi: la produzione di energia pulita, la cattura dell’anidride carbonicae il recupero di materiali di scarto. “Il metabolismo del batterio prendendo CO2 e acido acetico rilascia acido lattico con la completa eliminazione della CO2, inoltre, al contrario dei classici meccanismi difissazione autotrofa, come ad esempio la fotosintesi, non comporta sintesi di composti del metabolismo cellulare. Anzi, l’utilizzo di anidride carbonica stimola la velocità di fermentazionedeterminando un miglioramento della produzione di idrogeno da cui potrebbe essere direttamente ottenuta energia elettrica”, continua Fontana.

Sono molti i vantaggi che potrebbero derivare dall’applicazione industriale del processo Clf, anche alla luce del fatto che per la sola produzione di acido lattico esiste un mercato mondiale stimato in circa 1.200 milioni di dollari nel 2010. “La produzione biologica di idrogeno mediante fermentazione batterica di substrati organici, incluso molti materiali di scarto”, conclude il ricercatore Cnr, “è una tematica scientifica caldissima e di grande prospettiva per la produzione di energia da fonti rinnovabili”.

 

OLTRE LA PREVIDENZA PROFESSIONALE: NUOVE PROSPETTIVE EPAP

11 Luglio 2014 | 0 commento | in Formazione permanente obbligatoria | Notizie | di Demattè Fabrizio
See the full read

OLTRE LA PREVIDENZA PROFESSIONALE: NUOVE PROSPETTIVE EPAP

Venerdì 18 luglio 2014

dalle ore 15.00 alle ore 19.00

 

presso la SALA POLIVALENTE del Centro Parrocchiale San Giovanni Bosco di LIMENA (PD)

4 Crediti Formativi Professionali

(La partecipazione conferisce 4 Crediti Formativi Professionali ai Chimici)

 

 Docente:  Dr. Pierpaolo ORLANDI  –  Chimico

 

Interviene :  Dr. Giuseppe GEDA  –  Chimico

 

INDICAZIONI STRADALI

 (per indicazioni stradali più dettagliate contattare la segreteria dell’Ordine allo 049 8723207 oppure  consultare Google maps indicando nella ricerca “CHIESA LIMENA“: ATTENZIONE, perché inserendo solo l’indirizzo della sede,  Google maps potrebbe erroneamente visualizzare altra località)

[Aper chi proviene da Padova Ovest o Padova Sud :

uscita 21 A “dir. Limena centro / z.i.” della  tangenziale di Limena  -(SP47) – alla rotonda prendere la 2a uscita direzione “Z.I./Limena centro “- dopo il semaforo della Z.I. proseguire diritti su Via del Santo in direzione Limena centro (Bassano/Trento) e oltrepassare due rotonde. Superato il distributore della San Marco Petroli (sulla destra) si arriva alla terza rotonda (con un ulivo al centro) , alla quale girare a destra verso la Chiesa.

Il Centro Parrocchiale si trova, poco dopo, sulla destra, di fronte al parcheggio (l’ingresso si distingue per il colonnato bianco).

[B] per chi arriva da Trento -Bassano – Cittadella :

uscita 21 C “dir. Limena centro” della  tangenziale di Limena – (SP47)- alla rotonda girare a destra (1a uscita) verso Limena Centro/Padova. Oltrepassata un’altra rotonda (2a uscita) , proseguire diritti su Via Roma e superato il semaforo raggiungere la rotonda successiva (con un ulivo al centro) alla quale girare a sinistra (3a uscita) ,  verso la Chiesa.

Il Centro Parrocchiale si trova, poco dopo, sulla destra, di fronte al parcheggio (l’ingresso si distingue per il colonnato bianco).

 

Perché il «REACH» migliora la vita?

7 Luglio 2014 | 0 commento | in Notizie | di Demattè Fabrizio
See the full read

Intervista di un  webmagazine trentino all’Autorità Competente REACH – CLP della Provincia Autonoma di Trento 

 
FONTE: http://www.ladigetto.it/permalink/34798.html

Perché il «Reach» migliora la vita? – Di Nadia Clementi

Parliamo con il dott. Antonino Biondo delle sostanze chimiche che possono essere pericolose per la salute umana e l’ambiente

Nell’antichità all’uomo bastava poca energia: un po’ di legna per cucinare e riscaldarsi, un po’ di vento o un torrente per far girare il mulino e macinare il grano. Oggi, nel pieno della civiltà industriale, all’uomo sono necessarie enormi quantità di energia, che se non viene rifornita continuamente non permetterebbe il funzionamento di case, città, macchine e industrie.

Inoltre, il continuo aumento della popolazione fa si che il consumo di energia continui a crescere. Produrre e impiegare energia provoca però inquinamento e alterazione degli equilibri naturali dell’ambiente che ci circonda, anche se in misura diversa da fonte a fonte.
In un passato recente, per soddisfare il fabbisogno energetico si tendeva senz’altro a usare le fonti di energia meno costose e di uso più semplice, che erano in genere anche le più inquinanti. Oggi nella scelta di queste fonti si cerca invece di equilibrare gli aspetti economici (costi, disponibilità, ecc.) con gli effetti ambientali.
La politica ambientale aiuta a proteggere il capitale naturale dell’Europa, incoraggia le imprese a sviluppare un’economia verde e tutela la salute e il benessere dei cittadini europei.
L’Unione Europea (UE), attraverso il Regolamento del Parlamento europeo REACH(acronimo di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche), migliora la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivati da prodotti chimici in modo da assicurare un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente.
Dell’importanza della prevenzione e dell’inquinamento ne parliamo con il dott. Antonino Biondo nell’intervista di oggi.

 Chi è il dott. Antonino Biondo? 
Si laurea in medicina e chirurgia all’università di Padova nel 1983.
Medico volontario in Tanzania e poi in Guinea Konacry per un periodo di quattro anni.
Specializzato in igiene e medicina preventiva all’università di Ferrara nel 1989.
Master di Sanità Pubblica all’università di Leeds (Inghilterra).
Dirigente medico dell’Azienda sanitaria dal 1992, ha lavorato nel distretto della Bassa Valsugana e Tesino e al distretto di Trento.
Ha trascorso un periodo di quattro anni in comando presso l’assessorato provinciale alle politiche per la salute occupandosi di prevenzione e ricevendo dalla Giunta Provinciale l’incarico di referente esperto REACH presso il Coordinamento Interregionale della Prevenzione a Roma.
Si occupa dei controlli ufficiali sull’applicazione del REACH presso le aziende chimiche del Trentino e svolge anche attività di formazione sul regolamento REACH e sul regolamento CLP Classificazione, Etichettatura ed Imballaggiodelle sostanze e delle miscele.

Dott. Antonino Biondo, che cos’è il «Reach» e che obbiettivi di pone?
«La registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche detta REACH tende all’eliminazione delle sostanze particolarmente preoccupanti (Substances of Very Hhigh Concern SVHC) per la salute umana e per l’ambiente.
«Esse vengono inserite in una lista particolare per le quali l’utilizzo deve essere autorizzato dall’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) che definisce puntualmente gli usi permessi e la scadenza temporale dell’autorizzazione.
«Gli obiettivi del REACH sono sintetizzati nell’incipit dell’introduzione al Regolamento che dovrebbe assicurare un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente. Tutela la libera circolazione delle sostanze (chimiche) in quanto tali o in quanto componenti di preparati e articoli essenziali per l’innovazione. Dovrebbe promuovere lo sviluppo di metodi alternativi per la valutazione dei pericoli che le sostanze comportano evitando le sperimentazioni e i test su animali.»

Qual è la situazione attuale dell’inquinamento in Europa?
«Un quadro della situazione ce lo possiamo fare esaminando i dati relativi ad una indagine del Fondo mondiale per la vita selvatica (WWF) pubblicata nel 2005.
«È stata rivelata la presenza di 72 prodotti chimici pericolosi nel sangue dei componenti di 13 famiglie (nonne, madri e bambini) provenienti da 12 paesi europei.
«I bambini mostravano un maggior numero di prodotti chimici nel sangue (59) rispetto alle madri (49) ed una concentrazione più elevata.
«Nel sangue è stata ricercata la presenza di 107 prodotti chimici persistenti, bioaccumulabili e interferenti endocrini in maggior parte presenti in beni di consumo ed uso giornalieri, prodotti tessili, elettronici, di plastica, cosmetici, etc.»

Quali sono le responsabilità ai sensi del «Reach» per tutti i settori e le aziende che trattano sostanze chimiche? 
«L’entrata in vigore del REACH ha costituito un cambio del paradigma di riferimento rispetto alla prima direttiva europea sulle sostanze chimiche del 1967, Dir. 67/548.
«Per la vecchia normativa, tutte le sostanze nuove dovevano essere notificate e potevano essere utilizzate sino a quando le autorità competenti (Ministero della salute; Istituto Superiore di sanità, etc.) non ne vietavano certi utilizzi per motivi di tutela della salute.
«Il REACH inverte l’onere della prova. Le 30.000 sostanze chimiche che, prima della sua entrata in vigore erano importate e/o prodotte sul territorio della comunità europea in quantità superiore ad una tonnellata annua non potranno più essere commercializzate e utilizzate.
«Tutto ciò fintanto che i produttori e gli importatori non avranno provato, per mezzo di dati anche sperimentali, un utilizzo sicuro delle sostanze. Questi dati sono obbligatori per la registrazione presso l’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA). Se ciò non avviene, la sostanza non può né essere prodotta, né importata da paesi extra comunitari, quindi è fuori commercio.»

Quali sono gli obblighi che devono rispettare i produttori/utilizzatori?
«Il numero e il tipo di dati da fornire all’ ECHA aumentano di pari passo con l’aumentare del quantitativo annuo di sostanza prodotta/importata.
Per esempio chi produce/importa sostanze in quantità superiore a 1000 tonnellate annue deve registrarle entro tre anni.
«Chi produce/importa un quantitativo tra una e dieci tonnellate deve registrarle entro il 2018.
«Inoltre, in aggiunta ai dati da fornire all’ECHA per la registrazione per le sostanze e le miscele pericolose il produttore/importatore/utilizzatore professionale deve compilare e mettere a disposizione la Scheda Dati di Sicurezza (SDS), un documento che identifica i pericoli e fornisce le informazioni necessarie per diminuire il rischio per la salute dei lavoratori e i danni per l’ambiente.»

Come viene controllata l’esposizione ai prodotti chimici pericolosi sul luogo del lavoro?
«Per quanto riguarda il rischio chimico(sostanze cancerogene, mutagene e tossiche e amianto), la prevenzione e la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è regolamentata dal titolo IX del D. Lgs. 81/2008.
«La prevenzione efficace ed efficiente è, come in molti altri contesti, condizionata dalla disponibilità di informazioni pertinenti e complete sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.
«Lo strumento principale, in questo caso è rappresentato proprio da un documento obbligatorio previsto dal REACH: la Scheda Dati di Sicurezza Estesa (SDS-Es) che fornisce al datore di lavoro tutte le informazioni sull’obbligo di adottare dispositivi di protezione individuale (guanti, maschere, respiratori, etc.) e specifici accorgimenti per ridurre i rischi alla salute per il lavoratore.

Quali sono le sostanze chimiche maggiormente pericolose per l’ambiente?
«Delle 30.000 sostanze esistenti che entro il 2018 debbono essere registrate all’agenzia europea (ECHA) un numero ragguardevole rientra in una categoria di sostanze denominateestremamente preoccupanti.
«Per queste, l’obiettivo è di sostituirle gradualmente con delle altre o con tecnologie nella misura in cui esse siano economicamente e tecnicamente sostenibili.»

Tra queste sono incluse:
o cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione e interferenti endocrini (che hanno direttamente a che fare con gli esseri umani)
o le sostanze pericolose per l’ambiente classificate persistenti, bioaccumulabili e tossiche (sostanze PBT)
o molto persistenti e molto bioaccumulabili (very Persistent, very Bioaccumulative).

«Si tratta di sostanze nocive che l’ambiente non riesce a degradare facilmente e che penetrano nel suolo o si riversano nei corsi d’acqua alimentando pesci e animali che potrebbero diventare potenziali prodotti destinati al consumo umano.»

Quali sono gli oggetti di uso comune che possono contenere sostanze chimiche preoccupanti danneggiando la salute e l’ambiente?
«È opportuno chiarire che è inimmaginabile un mondo (occidentale) che possa rinunciare agli aspetti positivi del progresso scientifico e tecnologico (elettrodomestici, automobili, iphone, etc.)
«Quindi è saggio non farsi sopraffare da pensieri di ansia paranoica e desiderio di tornare al tempo delle caverne.
«Certo è bene leggere le avvertenze apposte su articoli di plastica, sulle confezioni/contenitori di sostanze e miscele di uso domestico (detergenti, solventi), prodotti di bigiotteria/gioielli.
«Per esempio giocattoli e articoli di puericultura, ottenuti con materiali polimerici tipo PVC plastificati con utilizzo di ftalati possono rilasciare sostanze tossiche.
«L’uso di queste sostanze è oggetto di restrizione nel senso che la percentuale in peso rispetto al resto del materiale, usato per produrre ad esempio un biberon, non deve superare lo 0,1%.
«Gioielli e bigiotteria possono contenere in misura minima nickel o cromo che sono dei sensibilizzanti.
«Altro prodotto di uso domestico, come l’idraulico liquido, usato per l’intasamento dello scarico dell’acqua, oltre a inquinare l’ambiente, porta a seri incidenti per chi non legge le avvertenze e le precauzioni d’uso.»

Quali sono le sostanze chimiche definite «interferenti endocrini» e perché causano danni al sistema endocrino (ghiandole che secernono ormoni) umano e animale?
«Alcune sostanze chimiche causano molteplici danni e sono definite interferenti endocrini, perché interferiscono con il sistema endocrino umano e animale (ghiandole che secernono ormoni che hanno un importante ruolo nella regolazione dei principali processi dell’organismo come la crescita, lo sviluppo e la riproduzione).
«Gli interferenti endocrini sono molto diffusi nell’ambiente, negli oggetti di uso quotidiano e negli alimenti.»

Si possono trovare in:
– Sostanze vegetali, come i fitoestrogeni, presenti anche in prodotti naturali come per esempio nella farina e nel latte di soia, ma presenti anche nei semi di lino, nel frumento.
– Alcuni farmaci: per esempio i Parabeni che si trovano nelle creme per la protezione solare, altre sostanze chimiche presenti nei contraccettivi, gli ftalati spesso usati nei pesticidi, i policlorobifenili utilizzati anche nella produzione di biberon.
– Alcuni pesticidi come Atrazina, Benomyl, Carbendazim, Lindano per i quali si è visto che le compagne di coloro che avevano utilizzato queste sostanze, lavoratori in aziende di produzioni agricole in serre e disinfestatori, presentavano un aumentato rischio di aborto.
– Prodotti derivanti dalla combustione della plastica,
– Sostanze di origine industriali, come plastificanti e ritardanti di fiamma contenuti in alcuni prodotti di uso comune.

«Gli interferenti endocrini, data la loro persistenza nell’ambiente e la capacità di legarsi con altre sostanze, possono provocare effetti rilevanti sulla salute umana.»

Quali:
– Compromissione della capacità riproduttiva,
– Alterazione del sistema immunitario,
– Malformazioni congenite nei neonati,
– Ritardo dello sviluppo neuro comportamentale,
– Ritardo dello sviluppo sessuale,
– Sviluppo di tumori endocrini (tiroide e ovaie)

Come ci tutela la legge dai pericoli connessi all’uso di sostanze chimiche?
«Il REACH ed il CLP, come tutti i Regolamenti Europei, sono leggi a cui i cittadini europei devono uniformarsi per evitare i pericoli connessi all’uso delle sostanze chimiche.
«Un ruolo specifico e operativo è definito dal Ministero della salute, delle Regioni e delle Province Autonome per la vigilanza ed i controlli sulla applicazione delle norme previste dai regolamenti da parte dei produttori, degli importatori, dagli utilizzatori delle sostanze e delle miscele.
«Questo si realizza con attuazione di piani annuali di controlli ufficiali presso le aziende chimiche, dogane, rivenditori anche con analisi di laboratorio dei prodotti e degli articoli (oggetti di uso quotidiano anche in ambito domestico).»

Come viene indicato il pericolo e con quali simboli è riconoscibile sulle etichette dei prodotti?
«La rappresentazione grafica del pericolo, le avvertenze, le informazioni supplementari sull’etichetta, le cosiddette frasi di rischio ed i consigli di prudenza sono aspetti che sono regolamentati e standardizzati dal regolamento europeo CLP del 2008.
«Il CLP ha anche cambiato le regole per la Classificazione, Etichettatura ed Imballaggio delle miscele pericolose precedentemente definite da una direttiva europea del 1999.
«Alcuni esempi che seguono indicano i pericoli per l’ambiente, il pericolo per tossicità nei confronti di organi bersaglio (cancerogeni per esempio), il pericolo generico per sostanze o miscele irritanti o sensibilizzanti, pericolo di corrosione per la pelle e per gli occhi, la tossicità acuta anche letale, il pericolo fisico costituito da sostanze/ miscele infiammabili.»

Quali sviluppi internazionali e nazionali sono collegati all’attuazione di una corretta gestione dei prodotti chimici? 
«Il REACH è stato definito come il più avanzato e complesso strumento legislativo europeo in materia di controllo, registrazione e valutazione delle sostanze chimiche che circolano all’interno dell’Unione Europea.
«Uno strumento che consente di raggiungere il punto di massimo equilibrio fra competitività e innovazione delle aziende da una parte, tutela della salute e dell’ambiente dall’altra.
«Con il REACH viene anche introdotto il principio di sostituzione che prevede per le sostanze ritenute più pericolose, circa 1.500, dei vincoli che vanno dalla loro scomparsa dal mercato alla loro autorizzazione per periodi ed utilizzi strettamente limitati con una spinta alla ricerca di sostanze non pericolose destinate allo stesso utilizzo.
«Questo approccio non può non riflettersi pesantemente a livello globale, basti pensare agli obblighi voluti dal REACH a cui debbono uniformarsi anche i produttori ed esportatori dei paesi emergenti, India, Cina, Brasile e USA se vogliono vendere i loro prodotti nel mercato europeo.»

Perché il «Reach» migliora la vita?
«L’assioma alla base del REACH è No data no market. In altre parole il concetto consiste nello stabilire l’impegno istituzionale dei governi nazionali dei paesi dell’Unione Europea, a una vigilanza per tutelare la salute dei cittadini e garantire la protezione dell’ambiente in cui viviamo.
Una vigilanza che da un lato non impedisce che i cittadini godano degli standard di comodità offerti dalla tecnologia e dalla scienza e che dall’altro impedisce l’utilizzo e la circolazione di sostanze chimiche pericolose, siano esse allo stato puro o diluite o incorporate in prodotti e articoli immessi sul mercato sia per utilizzi industriali che professionali o domestici.»

Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.i 
Dott. Antonino Biondo – Antonino.Biondo@apss.tn.it

Le armi chimiche siriane a Gioia Tauro

4 Luglio 2014 | 0 commento | in Notizie | di Demattè Fabrizio

Fonte La stampa on line 2/7/2014

http://www.lastampa.it/2014/07/02/italia/cronache/arrivate-nel-porto-di-gioia-tauro-le-armi-chimiche-siriane-nmq6jmUyMxyy6jHsqb9J4K/pagina.html

Le armi chimiche siriane a Gioia Tauro; Mogherini: “Da Italia contributo chiave”

Il ministro dell’ambiente Galletti: «Operazione per il disarmo mondiale». Il trasbordo fila via liscio, senza incidenti e senza le annunciate proteste.

Hanno lasciato Gioia Tauro e presto anche le acque italiane le due navi Ark Futura e Cape Ray, protagoniste oggi del trasbordo di armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. L’operazione durata appena 12 ore è filata liscia, senza incidenti e senza nemmeno le annunciate proteste. Ma sotto gli occhi del mondo, con l’Opac che alla fine ha ringraziato l’Italia e tutto lo staff coinvolto. Zona blindata per oltre un chilometro dal teatro delle operazioni, ma fuori dallo scalo la vita quotidiana è scorsa normale, con più giornalisti – assiepati su collinette o sui tetti di case in costruzione nei dintorni del perimetro portuale – che cittadini, a seguire il trasferimento dei 78 container di «veleni» arrivati con le prime luci dell’alba.

 

«Quella di Gioia Tauro è stata la scelta giusta. Lo dimostrano la tranquillità di oggi» e «la professionalità e la tecnologia avanzata per cui l’Italia è all’avanguardia», ha commentato in una conferenza stampa alla Capitaneria di porto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sottolineando che «di fronte alle preoccupazioni della popolazione, l’informazione e la trasparenza pagano». Il ministro, dopo una sosta al centro di monitoraggio in prefettura a Reggio Calabria, ha ricordato di essere «venuto a rappresentare l’orgoglio e l’attenzione del governo» a un’operazione per cui «il mondo oggi guarda all’Italia». Un’operazione che «non è solo tecnica, ma che riafferma il valore della sicurezza e della pace nel mondo».

 

L’operazione di Gioia Tauro è infatti una delle tappe del piano Opac per il disarmo chimico del regime di Bashar al Assad, deciso dopo la strage di Ghouta con gas letali dell’agosto scorso: il trasferimento dei micidiali agenti chimici dalla nave danese Ark Futura che le ha prelevate in Siria all’americana Cape Ray che le neutralizzera’ a bordo mediante idrolisi in acque internazionali sotto lo sguardo vigile degli ispettori Opac. Da Strasburgo, dove è impegnata per il semestre europeo, anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha voluto sottolineare «il contributo determinante dell’Italia al disarmo della Siria» dove da oltre tre anni si combatte senza tregua e ha ringraziato a sua volta l’Opac, la Danimarca e gli Stati Uniti per quello che ha definito «l’unico segnale positivo nella crisi siriana».

 

La Ark Futura è entrata in porto stamani – scortata da altre unità navali e controllata da un elicottero in volo – con il suo terribile carico: 800 tonnellate di agenti chimici, tra cui 20 tonnellate di iprite e 580 di uno dei precursori del sarin destinati alla Cape Ray che da ieri attendeva in banchina. Il primo a salire a bordo è stato il team dell’Opac che ha verificato la quantità, la natura e l’imballaggio del carico (come fatto all’imbarco a Latakia) prima di dare il via libera al trasbordo. Secondo quanto riferito all’ANSA, i primi tre container a essere trasferiti sono stati quelli di iprite, l’agente più pericoloso perché in grado di agire da solo. Si è quindi deciso di usare gru fisse per trasferire i container su ralle che a loro volta hanno imbarcato il materiale sulla nave americana. Poi è toccato agli altri 75, uno dopo l’altro in modo regolare, con un ritmo iniziale di 4-5 all’ora, poi aumentato a 6-7 container in un’ora. Tanto che le operazioni si sono concluse in 12 ore, ben prima delle 24-48 ore inizialmente previste. In serata la Cape Ray ha lasciato il porto scortata dall’unità della Marina italiana Foscari.

 

Dopo l’ultimo container trasferito, anche i 65 operatori del Med Center Container Terminal hanno festeggiato con un applauso. «Hanno lavorato in maniera estremamente professionale», ha riferito chi era presente sul posto.

 

Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno, i tre comuni su cui si estende il porto, hanno colto l’occasione per rilanciare questioni già aperte. Una ventina di mamme e bambini hanno protestato per la mancanza di attenzione al tasso in crescita di tumori nella Piana, mentre la presidente facente funzioni della Regione Calabria, Antonella Stasi, si augura che da domani «ci sia un’attenzione diversa allo sviluppo e al rilancio del porto».

 

Mostra d’arte

2 Luglio 2014 | 0 commento | in Notizie | di Demattè Fabrizio
See the full read

 

mostra fotografica della dott.ssa Paola Bradamante

“mostra fotografica di … Dettagli “

Galleria dell‘ Associazione degli Artisti, piazza Domenicani 23, BOLZANO,
30 giugno – 5 luglio 2014, orario: 10-13h e 16-19h
prosegue nell‘Entrata principale dell‘ospedale di Bolzano, 16 – 31 luglio 2014

0001

Il titolo della mostra è “mostra fotografica di DETTAGLI” in quanto, appunto, si tratta di dettagli di quadri (che avevo esposto nella mostra PAPEL MOJADO di Bolzano e Merano). Si tratta di 16 fotografie, stampate su carta, applicata su un supporto di alluminio e successivamente plastificate per dare una maggiore resistenza all’insieme. Le stampe hanno tutte il medesimo formato, 60 cm per 45 cm. L’ingrandimento ottenuto varia da caso a caso e l’obiettivo era poter vedere nuove immagini all’interno delle fantasie cromatiche dei diversi quadri. Alcune caratteristiche delle opere sono più evidenti in queste immagini ingrandite. Nella mostra allestita in piazza Domenicani e anche in quella dell’entrata dell’ospedale ci saranno anche alcuni quadri, realizzati con tecnica mista, utilizzando carta velina e collanti, questo perchè il visitatore possa capire come si passa dal quadro originale alla foto. Questi 16 scatti sono stati scelti da più di 200!
La tecnica mista fa uso di materiali diversi e lascia molto spazio alla fantasia e alla creatività dell’autore, le cui conoscenze chimiche sono sicuramente utili per sviluppare la sua opera.

 

DETTAGLI Paola Bradamante

Valutazione rischio Chimico Modena 18 Settembre 2014

2 Luglio 2014 | 0 commento | in Notizie | di Demattè Fabrizio

Fonte: http://www.ausl.mo.it/dsp/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8489

L’aggiornamento della valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni: la valutazione della sicurezza chimica, la nuova scheda di dati di sicurezza e gli scenari di esposizione

Convegno Nazionale – Modena 18 Settembre 2014
Camera di Commercio di Modena, Sala Leonelli – Via Ganaceto, 134 – Modena

Presentazione

Dal 1° giugno 2015 saranno definitamente abrogati i decreti legislativi in materia di sostanze e preparati pericolosi e di conseguenza dovranno essere aggiornate le valutazioni del rischio e dell’esposizione dei lavoratori alle sostanze pericolose.
Il convegno ha l’obiettivo di informare oltre che delle modifiche che dal 1° giugno 2015 avrà la nuova scheda di dati di sicurezza, anche delle novità provenienti dalla disponibilità delle valutazioni della sicurezza chimica e dai possibili scenari di esposizione delle sostanze.

Programma

Sessione del Mattino

09,00 Apertura dei lavori – Saluti delle Autorità
Moderatori: Giuseppe MONTERASTELLI (Regione Emilia-Romagna)
Giuseppe GARGARO (INAIL-ConTARP)
Celsino GOVONI (Azienda USL di Modena – Regione Emilia-Romagna)

10,00 L’integrazione degli obblighi REACH nelle buone prassi delle imprese che impiegano agenti chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni.
Augusto DI BASTIANO (Risk Management Unit – ECHA – Helsinki)

10,30 La Valutazione della Sicurezza Chimica nei luoghi di lavoro.
Ludovica Malaguti Aliberti, Leonello ATTIAS, Renato CABELLA (Centro Nazionale delle Sostanze chimiche – ISS – Roma)

11,00 1° giugno 2015: La Scheda di Dati di Sicurezza e la nuova linea guida ECHA.
Ida MARCELLO (Centro Nazionale delle Sostanze chimiche – ISS – Roma)

11,30 Le malattie professionali e gli infortuni riconosciuti quale base conoscitiva per la valutazione del rischio chimico nei diversi comparti produttivi.
Paola DESIDERIO, Emma INCOCCIATI, Marco MECCHIA (INAIL-ConTARP), Andrea BUCCIARELLI (INAIL-CSA)

12,00 La nuova valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi, cancerogeni, mutageni condizionata dai Regolamenti Europei delle sostanze chimiche.
Bruno MARCHESINI (AIDII – Ordine Interprovinciale dei Chimici dell’Emilia-Romagna)

12,30 L’evoluzione dei modelli di valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi in ambito nazionale in conformità ai Regolamenti REACH e CLP.
Celsino GOVONI (Regione Emilia-Romagna – Coordinamento Tecnico delle Regioni)
Raffaella RICCI (SPSAL – Azienda USL di Modena)

13,00 Dibattito.
13,30 Chiusura della sessione del mattino.

Sessione del Pomeriggio

Moderatori: Giuseppe MONTERASTELLI (Regione Emilia-Romagna)
Celsino GOVONI (Azienda USL di Modena – Regione Emilia-Romagna)
Giuseppe GARGARO (INAIL-ConTARP)

14,30 I principali modelli previsionali per la stima dell’esposizione e per la costruzione degli scenari di esposizione.
Paolo PAGLIAI, Patrizia FERDENZI (Regione Emilia-Romagna – Coordinamento Tecnico delle Regioni)

15,00 Il significato dei valori limite d’esposizione professionale per gli agenti chimici pericolosi e gli agenti cancerogeni e mutageni in raffronto ai DNEL e DMEL.
Roberto CALISTI (Regione Marche – Coordinamento Tecnico delle Regioni)

15,30 L’aggiornamento della valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi per la salute e da agenti cancerogeni e mutageni. Quali i ruoli del medico competente e del RSPP?
Fabrizio FERRARIS (Regione Piemonte – Coordinamento Tecnico delle Regioni)

16,00 L’aggiornamento della valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi per la sicurezza. Quali i ruoli del RSPP e del medico competente?
Maurizio PAOLI (Regione Toscana – Coordinamento Tecnico delle Regioni)

16,30 Scenari di esposizione e valutazione del rischio chimico occupazionale: vantaggi e limiti della modellistica impiegata in ambito europeo.
Maria Rosaria FIZZANO, Elisabetta BARBASSA (INAIL-ConTARP)

17,00 Dibattito.

17,30 Chiusura della sessione del pomeriggio e del Convegno.

Iscrizione

La quota di iscrizione ai singoli Convegni sarà compresa fra i 120,00 e 150,00 Euro; verrà pubblicata ufficialmente con le modalità di pagamento a decorrenza dal 15 Luglio 2014. Sono in corso, infatti, accordi con gli Ordini e le Associazioni Professionali per ridurre la quota ufficale di 150,00 ai loro iscritti.

La quota comprende l’iscrizione compatibilmente con la disponibilità dei posti in sala, gli Atti, il pranzo a buffet.
Trattandosi di iniziativa accreditata ECM, l’IVA non è dovuta.

Per iscrizioni plurime e/o anche al Convegno dBAincontri (vedi: www.ausl.mo.it/dsp/dba ) contattare la Segreteria organizzativa.

Per partecipare all’iniziativa è obbligatoria la pre-iscrizione da effettuarsi entro il 12 settembre 2014  … accedi alla form online

ECM + CFP
– Ai richiedenti sarà rilasciato un Attestato di partecipazione.
– E’ stato richiesto l’accreditamento ECM per tutte le figure professionali di Ruolo Sanitario
– Accreditamento per la formazione professionale di: Chimico 6 CFP

Segreteria scientifica e organizzativa del Convegno

Responsabile scientifico:
Celsino Govoni – Regione Emilia-Romagna – Azienda USL di Modena
Dipartimento di Sanità Pubblica Azienda USL di Modena -Strada Martiniana, n°21- 41126 Modena
Tel. 059/3963130 Fax 059/3963197 c.govoni@ausl.mo.it
Servizio Sanità Pubblica
Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali
Assessorato alle Politiche per la Salute – Regione Emilia-Romagna
Viale Aldo Moro, n°21 – 40127-Bologna Tel.051/5277344; cegovoni@regione.emilia-romagna.it

Segretria scientifica:
Monica Gherardi
Dipartimento Igiene del Lavoro, INAIL Settore Ricerca Certificazione e Verifica
Via Fontana Candida, 1 – 00040 – Monte Porzio Catone (Roma)
Tel. 06/94181441   m.gherardi@inail.it

Raffaella Ricci
SPSAL Dipartimento di Sanità Pubblica Azienda USL di Modena – Strada Martiniana, n°21- 41126  Modena
Tel. 059/3963653;  ra.ricci@ausl.mo.it

Segreteria Organizzativa

Ufficio Formazione Dipartimento di Sanità Pubblica
e-mail: formazionedsp@ausl.mo.it
Tel. 059-3963481

REACH e CLP: obblighi, prevenzione e sistema dei controlli in materia di sostanze chimiche

9 Giugno 2014 | 0 commento | in Formazione permanente obbligatoria | Notizie | di Demattè Fabrizio
See the full read

APSS Provincia Autonoma di Trento

Dipartimento di Prevenzione e Servizio Formazione

In collaborazione con

Ordine Regionale dei Chimici Trentino Alto Adige

 

CORSO MONOTEMATICO DI FORMAZIONE SUL CAMPO

Mercoledì 28 maggio 2014

Reportage fotografico del partecipatissimo incontro di formazione sulle nuove norme europee della “rivoluzione chimica” e il materiale didattico utilizzato dal dott.  chim. Fabrizio Demattè per la sua presentazione.

 

 

foto 4 foto 3foto 2 foto 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REACH e CLP DEMATTE 28-5-2014 APSS TN ORDINE CHIMICI

Estensione della competenza dei consigli di disciplina

26 Maggio 2014 | 0 commento | in Consiglio di disciplina | Notizie | di Demattè Fabrizio
See the full read

In data 8-5-2014 il Ministero  della Giustizia  Dipartimento per gli Affari di Giustizia

ha decretato che

E’ estesa la competenza del Consigilio di disciplina dell’Ordine Interprovinciale dei Chimici del Veneto agli iscritti all’Ordine Interprovinciale dei Chimici di Gorizia, Udine e Pordenone, all’Ordine regionale dei Chimici del Trentino Alto Adige ed agli Ordini provinciali dei Chimici di Trieste, Venezia, Treviso e Verona; il consiglio di disciplina ha sede in Padova. 

 

Da questa data il consiglio dell’Ordine Interprovinciale dei Chimici del Veneto proporrà la rosa di candidati presso il tribunale di Padova il cui Presidente designerà i nomi.

 

 

primo<   3334353637383940414243   >ultima