Fonte La stampa on line 2/7/2014

http://www.lastampa.it/2014/07/02/italia/cronache/arrivate-nel-porto-di-gioia-tauro-le-armi-chimiche-siriane-nmq6jmUyMxyy6jHsqb9J4K/pagina.html

Le armi chimiche siriane a Gioia Tauro; Mogherini: “Da Italia contributo chiave”

Il ministro dell’ambiente Galletti: «Operazione per il disarmo mondiale». Il trasbordo fila via liscio, senza incidenti e senza le annunciate proteste.

Hanno lasciato Gioia Tauro e presto anche le acque italiane le due navi Ark Futura e Cape Ray, protagoniste oggi del trasbordo di armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. L’operazione durata appena 12 ore è filata liscia, senza incidenti e senza nemmeno le annunciate proteste. Ma sotto gli occhi del mondo, con l’Opac che alla fine ha ringraziato l’Italia e tutto lo staff coinvolto. Zona blindata per oltre un chilometro dal teatro delle operazioni, ma fuori dallo scalo la vita quotidiana è scorsa normale, con più giornalisti – assiepati su collinette o sui tetti di case in costruzione nei dintorni del perimetro portuale – che cittadini, a seguire il trasferimento dei 78 container di «veleni» arrivati con le prime luci dell’alba.

 

«Quella di Gioia Tauro è stata la scelta giusta. Lo dimostrano la tranquillità di oggi» e «la professionalità e la tecnologia avanzata per cui l’Italia è all’avanguardia», ha commentato in una conferenza stampa alla Capitaneria di porto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sottolineando che «di fronte alle preoccupazioni della popolazione, l’informazione e la trasparenza pagano». Il ministro, dopo una sosta al centro di monitoraggio in prefettura a Reggio Calabria, ha ricordato di essere «venuto a rappresentare l’orgoglio e l’attenzione del governo» a un’operazione per cui «il mondo oggi guarda all’Italia». Un’operazione che «non è solo tecnica, ma che riafferma il valore della sicurezza e della pace nel mondo».

 

L’operazione di Gioia Tauro è infatti una delle tappe del piano Opac per il disarmo chimico del regime di Bashar al Assad, deciso dopo la strage di Ghouta con gas letali dell’agosto scorso: il trasferimento dei micidiali agenti chimici dalla nave danese Ark Futura che le ha prelevate in Siria all’americana Cape Ray che le neutralizzera’ a bordo mediante idrolisi in acque internazionali sotto lo sguardo vigile degli ispettori Opac. Da Strasburgo, dove è impegnata per il semestre europeo, anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha voluto sottolineare «il contributo determinante dell’Italia al disarmo della Siria» dove da oltre tre anni si combatte senza tregua e ha ringraziato a sua volta l’Opac, la Danimarca e gli Stati Uniti per quello che ha definito «l’unico segnale positivo nella crisi siriana».

 

La Ark Futura è entrata in porto stamani – scortata da altre unità navali e controllata da un elicottero in volo – con il suo terribile carico: 800 tonnellate di agenti chimici, tra cui 20 tonnellate di iprite e 580 di uno dei precursori del sarin destinati alla Cape Ray che da ieri attendeva in banchina. Il primo a salire a bordo è stato il team dell’Opac che ha verificato la quantità, la natura e l’imballaggio del carico (come fatto all’imbarco a Latakia) prima di dare il via libera al trasbordo. Secondo quanto riferito all’ANSA, i primi tre container a essere trasferiti sono stati quelli di iprite, l’agente più pericoloso perché in grado di agire da solo. Si è quindi deciso di usare gru fisse per trasferire i container su ralle che a loro volta hanno imbarcato il materiale sulla nave americana. Poi è toccato agli altri 75, uno dopo l’altro in modo regolare, con un ritmo iniziale di 4-5 all’ora, poi aumentato a 6-7 container in un’ora. Tanto che le operazioni si sono concluse in 12 ore, ben prima delle 24-48 ore inizialmente previste. In serata la Cape Ray ha lasciato il porto scortata dall’unità della Marina italiana Foscari.

 

Dopo l’ultimo container trasferito, anche i 65 operatori del Med Center Container Terminal hanno festeggiato con un applauso. «Hanno lavorato in maniera estremamente professionale», ha riferito chi era presente sul posto.

 

Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno, i tre comuni su cui si estende il porto, hanno colto l’occasione per rilanciare questioni già aperte. Una ventina di mamme e bambini hanno protestato per la mancanza di attenzione al tasso in crescita di tumori nella Piana, mentre la presidente facente funzioni della Regione Calabria, Antonella Stasi, si augura che da domani «ci sia un’attenzione diversa allo sviluppo e al rilancio del porto».

 

Demattè Fabrizio

About Fabrizio Demattè

Consigliere dell'Ordine Trentino Alto Adige dal 2009, referente per la formazione ECM, già referente per il GdL REACH/CLP, RTD. https://www.chimicodematte.net/